giovedì 18 settembre 2008

Raffaello Sanzio, "La scuola di Atene", 1509, affresco, 772x?; Città del Vaticano, Palazzi Vaticani, Stanza della Segnatura

La Stanza della Segnatura nei palazzi Vaticani sarà larga circa 8m. Togliendo gli spessori dei pilastri degli archi della volta a crociera si otterà una misura poco inferiore. La misura della base dell'affresco di Raffaello è 772cm. Poi copre per intero lo spazio della parete che si forma dall'arco generatore della volta.
La scuola di Atene è certamente un manuale di filosofia antica. Sono ritratti tutti i più grandi filosofi dell'antica Grecia e tutti i maggior concetti filosofici. Certamente rivestono un ruolo più importante due personaggi, posti proprio al centro del dipinto e sul piano di mezzo: Platone e Aristotele. I discepoli li seguono a lato. Mentre gli alti filosofi sono in primo piano posti ai lati, attorno a loro alcuni discepoli. Particolare è il modo in cui Raffaello dipinge alcuni filosofi. Essi hanno le sembianze dei più grandi artisti del Rinascimento. Per esempio Platone ha le sembianze di Leonardo da Vinci; ma sono presenti anche Michelangelo e Bramante.Ma iniziamo l'analisi filosofica dell'opera. Partendo proprio dal fulcro dell'affresco: i due grandi filosofi ateniesi. Platone e Aristotele sono sicuramente le figure guida della filosofia, ma dai pensieri nettamente differenti. Il vecchio Platone alza leggermente il braccio destro indicando con l'inidice verso l'alto. Indica sicuramente il pensiero del discepolo di Socrate rivolto al mondo delle idee ovvero l'Iperuranio, di natura metafisica. Aristotele invece allunga il braccio destro, che sta a significare il suo pensiero di natura fisica e matematica e molto legaro alla terra.
Inoltre essi con la sinistra reggono dei libri. Platone regge il suo Timeo mentre il filosofo di Stagire regge la sua Etica.
Gli altri filosofi sono Epicuro all'estrema sinistra; Eraclito al centro con le sembianze di Michelangelo; ed Euclide a destra con le sembinaze di Bramante. Vi sono presenti anche Pitagora a sinistra, Socrate e Ipazia.
L'ambiente e lo sfondo, dalla perfetta prospettiva, sembrano quelli di grandi e spessi archi finemente decorati che possono richiamare antiche strutture greche dove si potevano svolgere dialoghi culturali.

L'opera, che ricade nel periodo romano di Raffaello, mostra non solo la sua matura bravura, ma anche la sua cultura al livello filosofico e teologico, visto che opposto a quest'affresco ve ne è un altro, La disputa del Sacramento, che tratta proprio di quest'argomento.












Eraclito (Michelangelo)
Euclide (Bramante)

martedì 16 settembre 2008

Chiesa del Santissimo nome di Gesù; Roma; 1568-1584

Sita in una piazza vicina al gigantesco monumento equestre a Vittorio Emanuele II, la Chiesa del Gesù è certamente una delle creazioni tardo-rinascimentali più belle del mondo.
La facciata, di un bianco sporco, impressiona alla prima vista quando la si intrevede dalle vie che si immettono nella piazza. La grande chiesa è sempre stata il sogno di Ingnazio di Loyola, maestro dell'ordine dei gesuiti, che incaricò vari artisi dell'epoca nel proggettarla. Si conoscono infatti progetti di Mechelangelo del 1554. Ma i cantieri del progetto del vignola vennro aperti solamente nel 1568. Ma alla morte del Vignola la direzione passo a Giacomo della Porta che la ultimò. Infatti nel 1584 venne consacrata.

La chiesa è ad una navata, secondo i dettami della controriforma, con tre cappelle per lato e sormontata da una volta a botte. In corrispondenza dell'intersecazione col transetto dai bracci mozzati si alza la grande cupola con tamburo ottagonale.
La volta della navata fu dipinta da GiovanBattista Gaulli e raffigura il trionfo del nome di Gesù e l'estasi di Sant'Ignazio e a cui è dedicata un cappella stupefacente, ricca di materiali preziosi come l'oro. Oro, coloro predominante all'interno della chiesa. Altra cappella importante dal punto di vista artistico è quella dedicata al Sacro Cuore già di San Francesco d'Assisi.

La Chiesa del Gesù può essere considerata il punto di unione tra il tardo-rinascimento o Manierismo e il Barocco. L'esuberanza dei decori, tipica del barocco, è ancora placata dall'ordine e dalla compostezza rinascimentale e manieristica.
La facciata, con le due grosse volute che collegano il modulo superiore al modulo inferiore, ispirerà moltissime facciate del barocco ibleo. Tra le province di Siracusa e Ragusa si trovano capolavori del tardo barocco, con facciate gialle di arenaria ed enormi volute. Un esempio Modica, Ragusa o Palazzolo Acreide, ma non c'è una città iblea dove volute di arenaria gialla colleghino i moduli superiori a quelli inferiori. Inoltre un mio paragone particolare: quelle due volute mi ricordano i lati dei pilastri di un cancello di una vecchia e abbandonata masseria non ancora da me datata che vedo sul lato destro della strada che da Augusta conduce a Brucoli.
Ricordo ancora la meraviglia che provai vedendo l'enorme facciate e il lucente interno della chiesa del Gesù, esempio del genio architettonico dell'Italia.La volta della Chiesa del Gesù, affresco intitolato "Il trionfo del nome di Gesù"













La Basiclica di San Giorgio, ModicacccccccccccccccIl Duomo di Augusta